Voucher, ecco come sono stati sostituiti

I voucher sono tornati sotto altra forma: ecco i Libretti Famiglia e i contratti di prestazione occasionale.

Voucher lavoro

Qualche mese fa il governo eliminava i voucher per evitare che il referendum abrogativo indetto dalla Cgil potesse minare la sua stessa stabilità, ma ora, su sollecitazione degli ‘addetti ai lavori’, i voucher sono tornati. Diversi da prima, ma sono tornati. Adesso si chiamano ‘Libretto famiglia’ o ‘contratto di prestazione occasionale’, perché d’ora in poi saranno due le forme contrattuali attraverso le quali i datori di lavoro potranno assumere lavoratori occasionali.

Vediamo quindi di capire in estrema sintesi come funzionano e che differenze ci sono tra l’una e l’altra forma. Come ha chiarito una circolare diramata dall’Inps in queste ultime ore, il Libretto Famiglia è rivolto alle persone fisiche, quindi a privati che non sono classificati né come impresa né come liberi professionisti: questa forma di contratto si rivolge per esempio alle famiglie che hanno bisogno di assumere per qualche ora una baby sitter.

Il contratto di prestazione occasionale invece guarda alle imprese in tutte le loro forme, quindi a professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori, associazioni, fondazioni, altri enti di natura privata e pubbliche amministrazioni, che potranno farne uso in modo più limitato rispetto a quanto potessero fare in passato con i vecchi voucher.

L’Inps ha sottolineato che le due forme contrattuali “si distinguono tra loro essenzialmente in relazione ai datori di lavoro, alle modalità e ai tempi di comunicazione della prestazione, all’oggetto della prestazione e al regime dei compensi e delle contribuzioni obbligatorie”.

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