Ogni tipologia di lavoro comporta dei rischi per il personale. Certo è che la variabilità e l’incidenza dipendono dal tipo di attività lavorativa che viene svolta: un operaio edile e un impiegato hanno percentuali di rischio notevolmente diverse.
Il dibattito seguito da interventi pratici si è avuto negli ultimi tempi per quanto riguarda l’ambiente scolastico. Si è scatenata un’autentica corsa che ha visto studenti, docenti, operatori scolastici, dirigenti e personale ATA informarsi su questa tipologia di assicurazioni.
Le responsabilità che hanno sempre gravato sulle spalle del personale scolastico cominciavano ad essere troppe e, per evitare che i costi derivanti dai contenziosi emersi nel corso degli anni aumentassero ancora, l’assicurazione è risultata essere la strada più sicura da percorrere.
Ci sono dei sé e dei mah come quasi sempre accade nel nostro paese all’atto di dover introdurre una legge o un decreto che cambi lo status quo di una particolare istituzione pubblica. Assicurare gli studenti per le uscite didattiche previa partecipazione alle medesime equivarrà in pratica ad un obbligo.
Il principio di gratuità del diritto allo studio dove andrà a finire? 5 euro possono metterlo in discussione? Io credo che a volte occorra dare un colpo al cerchio e uno alla botte pur di amalgamare opinioni eticamente discordanti e portare l’attenzione su un tema importante come quello della sicurezza sul lavoro. “Ma gli studenti non sono lavoratori” potrebbe obiettare qualcuno. Vero, non lo sono. Ma la loro incolumità è meno importante dei pochi spiccioli che si andranno a pagare?