Brescia, ‘ancora massima prudenza’

I numeri non sono da sottovalutare 

Sui numeri di contagiati da coronavirus, a Brescia si impone ancora la massima prudenza, nonostante i cali. Sono i numeri che ‘impongono massima prudenza’ come spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabelotta ricordando i +22.172 casi, di cui 3.440 decessi. 

Certo, son comunque numeri in discesa ed è giusto guardare al futuro con ottimismo, dato che “si conferma l’ulteriore riduzione del sovraccarico di ospedali e terapie intensive ma a 10 giorni dal previsto avvio della fase 2, il 4 maggio, i risultati sul contenimento del contagio non sono ottimali, nè stabilizzati come raccomanda la commissione europea. Ovvero, i numeri invitano alla massima cautela, sia perché alcune regioni e numerose province sono ancora in piena fase 1, sia perché gli eventuali effetti negativi delle riaperture si vedranno solo dopo 2-3 settimane”. 

‘Priorità decongestionare ospedali’ 

Secondo la Fondazione è ‘fondamentale ridurre e stabilizzare il numero di ricoveri e/o dei nuovi casi per un periodo di tempo prolungato’ e ‘il numero dei nuovi casi in Italia rimane elevato e non ha affatto raggiunto alcuna stabilizzazione prolungata’. Bisogna tenere conto del “il decongestionamento di ospedali e terapie intensive siamo quasi pronti; ma se non vogliamo rischiare una nuova impennata dei casi, i numeri impongono la massima prudenza, sia perché alcune Regioni e numerose Province sono ancora in piena fase 1, sia perché gli eventuali effetti negativi della riapertura si vedranno solo dopo 2-3 settimane”. 

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