Coronavirus in Lombardia, cosa fare e cosa no

Cresce la paura

14 casi confermati di coronavirus, fra Lombardia e Veneto. In meno di 24 ore, l’Italia scopre il terrore: dai 3 contagiati di Codugno (Lodi) sono arrivati a 14 i contagi totali, due dei quali a Padova. 

Fra gli infettati, anche personale medico di Codogno. “Rispetto ai tamponi compiuti in queste ore da un lato ci sono evidenze negative, ma dall’altro abbiamo individuato altre 8 positività di cui 5 operatori sanitari, infermieri e medici dell’ospedale di Codogno e tre pazienti” commenta il ministro della salute. 

Il primo contagiato è un 38enne di Codogno, Lodi. “Sembrava un’influenza. Solo quando è stato in sala di Rianimazione hanno iniziato ad avere dei sospetti e hanno fatto gli esami. E poi hanno continuato a fare domande su domande e la moglie ha detto ai medici della cena” raccontano i genitori. 

Le regole precauzionali anche per i bresciani son quelle già note: evitare assembramenti, lavarsi le mani e disinfettarle, starnutire nei fazzoletti e gettarli via subito. 

Il Ministero della Salute

Abbiamo predisposto “un piano che ha chiaramente delle immediate scelte, che riguardano il territorio che è stato circoscritto, perché l’obiettivo essenziale è quello di circoscrivere quest’area, trattenerlo in una specifica area geografica” commenta Roberto Speranza, ministro della salute. 

“Io pretendo di sapere chi entra e chi esce dal mio Paese, legamente e illegalmente” ha commentato Matteo Salvini in diretta Facebook. “No alla quarantena volontaria. Da papà pretendo di sapere chi entra e chi esce dal mio Paese, legalmente o illegalmente, col barchino o il barcone. Non è il momento far far finta di niente. Meglio un controllo in più che un controllo in meno. Il governo deve dire chi entra e chi esce”. 

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