L’urlo di Brescia: ‘Il governo ci ha abbandonati’

I capigruppo scrivono al Governo 

I capigruppo bresciani hanno scritto una lettera congiunta al presidente del consiglio, chiedendo aiuti concreti. Chiedendo l’apertura di un ospedale ad hoc contro il coronavirus, consentendo a Poliambulanza e Civile di respirare e tornare a curare anche le persone che hanno bisogno e non hanno il coronavirus.

“Bergamo e Crema sono stati eretti ospedali da campo e a Milano è stato previsto l’ospedale di sollievo in zona Fiera, a Brescia nulla. Capisco che non c’è stato nessun piano, un non governo della gestione in regione Lombardia ma dentro il non governo Brescia è stata ancora più trascurata nonostante il grande lavoro quotidiano con Ats e con le strutture sanitarie. Il problema è proprio quello di un governo a livello superiore, sicuramente la Regione Lombardia e, non so se prima, anche il governo nazionale” ricorda Donatella Albini, dottoressa e consigliera comunale con delega alla salute per il Comune di Brescia. 

Gli aiuti? Dai privati e dall’estero 

In effetti, moltissime delle attrezzature acquistate per l’emergenza, respiratori, dispositivi di protezione individuale per medici, denaro per creare ospedali improvvisati ed allestirli per far fronte all’emergenza derivano proprio dalle donazioni dei cittadini. E dagli aiuti di Cina, Russia, Cuba, e anche dell’Albania, che ha mandato ieri mattina una squadra di medici per rinforzare i team lombardi, akcuni arrivati anche a Brescia.

“Grazie per l’aiuto concreto in un momento molto complicato per la Lombardia. Siete la testimonianza dell’amicizia che lega l’Italia all’Albania. Sono certo che potranno contribuire ad alleggerire il lavoro dei nostri eccezionali rappresentanti della sanità che in queste settimane hanno dato una dimostrazione di dedizione, capacità, eccellenza superiore all’immaginabile. Speriamo che la situazione migliori così che presto si possa cominciare a pensare alla ripartenza. Ai nostri cittadini ripeto che non possiamo mollare, perché diversamente rischieremmo di rientrare nel buio. E noi non possiamo permettercelo” commenta Fontana, presidente della Lombardia. 

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