Piazza Affari chiude il 2016 con il segno meno e con oltre 42 miliardi di euro bruciati. Tra i titoli più trattati nel corso dell’anno, Intesa e Unicredit.
Piazza Affari chiude il 2016 con il segno meno. I dati di Borsa Italiana segnano infatti un calo dell’indice FTSE Italia All Share del 9.9% e del FTSE Mib del 10.2%. La capitalizzazione totale delle società quotate si attesta a 524.9 miliardi di euro, pari al 31.8% del Pil, a fronte dei 567.6 miliardi raggiunti nel 2015 (34.8% del Pil). Ciò significa una sola cosa: che nel corso del 2016, Piazza Affari ha bruciato più di 42 miliardi.
Numerose sono comunque state le offerte pubbliche di acquisto che hanno tenuto banco a Piazza Affari nel 2016. Le Opa lanciate durante l’anno sono state 16 a fronte delle 7 registrate nel 2015. Nonostante questo però, il valore complessivo delle operazioni è sceso a 2.5 miliardi rispetto ai 5.4 miliardi conseguiti nel 2015. Tra i titoli più trattati svettano Intesa Sanpaolo e Unicredit: la prima si conferma come l’azione più scambiata in termini di controvalore, mentre Unicredit vince il “premio” dell’azione più trattata in termini di contratti.
La Borsa di Londra, invece, chiude il 2016 tagliando il traguardo di un nuovo massimo storico. L’indice FTSE 100 che quest’oggi ha chiuso le contrattazioni in anticipo, ha rilevato un rialzo di 0.32 punti percentuali, portandosi a quota 7.142 punti. Nell’anno in cui il popolo britannico ha votato per la Brexit, il listino londinese è comunque salito del 14.4% rispetto a inizio anno, salendo persino sul podio delle migliori Borse europee.
Questo risultato è comunque stato possibile anche grazie alla svalutazione della sterlina che si è registrata a margine del voto del 24 giugno scorso, visto che la valuta inglese ha perso l’11% circa sull’euro e il 18% sul dollaro.