Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato l’allarme: l’economia mondiale rischia di essere privata delle misure cautelative giuste per far fronte ad una possibile frenata dell’economia. Con il debito pubblico mondiale salito a 164 mila miliardi di dollari e la nuova politica economica messa in atto dagli Stati Uniti, le prospettive non sono certamente rosee.
“Bisogna fermare gli stimoli non necessari verso un’economia che già è in buona salute”. Così si è espresso il Fondo.
I mercati si sono già premuniti, prezzando la prospettiva di rialzo del costo del denaro in modo da “congelare” l’economia e quel rischio concreto di un aumento dell’inflazione. Le mosse messe in atto dalla Fed hanno già causato un aumento al 2,43% del tasso T-Bond a due anni. Andando a guardare la differenza del tasso decennale attuale, che è di soli 41 punti, col corrispettivo del 2007, l’occhio non può far altro che confermare una piattezza della curva molto simile.
Quale potrebbe essere adesso la strategia della Banca Centrale? Certamente quella di aumentare la propria pressione molto prima ed in forma più forte rispetto a quella prevista qualche mese fa.
Ecco il perché molto esperti in economia vedono una brusca frenata dell’economia mondiale e non solo: se la questione verrà affrontata con troppa scaltrezza, la recessione non sarà più un’utopia ma una cruda realtà. Un 2009 bis? Molti dicono di no, ma come accade spesso prevedere ciò che sembra scontato equivale ad osservare il cielo con gli occhi di un bambino.