Nella settimana del referendum costituzionale, la Borsa va in profondo rosso: Milano maglia nera d’Europa, con lo spread che impenna a 190 punti.
Nella settimana che porta al referendum costituzionale, Milano rimane maglia nera d’Europa. Dopo che il Financial Times ha riportato scenari molto negativi per l’Italia in caso di vittoria del No, le borse accusano il colpo dell’incertezza.
Piazza Affari viene trainata giù da un comparto bancario praticamente tutto appiattito sul segno meno: a parte Mps che scende giù con un crollo teorico del -15%, anche Bpm, Banco Popolare, Unicredit e Bper se la vedono male con perdite rispettivamente pari al 3%, 3.1%, 2.9% e 2.9%. Giù anche i titoli legati al mercato del petrolio come Eni, Tenaris e Saipem, mentre vanno un po’ meglio Yoox (+1.7%), Terna (+1.32%), Atlantia (+0.8%) e Italgas (+0.06%).
Anche per i titoli di Stato non tira aria buona. Lo spread impenna toccando i 190 punti di differenziale, per poi ripiegare intorno ai 187 punti. Il rendimento dei Btp decennali rimane così fermo al 2.11%.
I mercati iniziano a sentire aria di tensione per l’approssimarsi del referendum che il 4 dicembre prossimo stabilirà se l’Italia abbia voglia o meno di continuare sulla strada delle riforme. Anche l’Ocse si è detta preoccupata nel merito, perché la crescita economica verso la quale il Bel Paese si sta proiettando potrebbe esser messa in discussione nel caso in cui gli italiani dovessero bocciare il tentativo di riforma costituzionale.