Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dice che si aspetta che i paesi europei seguano gli Stati Uniti nel riconoscere Gerusalemme come capitale del suo paese. L’UE è invece propensa a vedere la città come la capitale di entrambi gli stati, israeliani e palestinesi, nell’ambito di un processo di pace.
La mossa di Donald Trump ha lasciato gli Stati Uniti isolati su una questione molto delicata tra Israele e i palestinesi. Ma arrivando a Bruxelles, Netanyahu ha cercato di giustificare la questione, dicendo che Gerusalemme è stata la capitale del popolo ebraico per 3000 anni e che Trump aveva messo “soltanto corroborato i fatti”. “Credo che tutti, o la maggior parte, dei paesi europei trasferiranno le loro ambasciate a Gerusalemme, riconoscendola come capitale di Israele e impegnandosi insieme a noi per la sicurezza, la prosperità e la pace”, ha aggiunto.
Oltre a riconoscere a Israele la sua città storica, il presidente Trump, insieme al dipartimento di stato degli Stati Uniti, si sta prodigando affinché venga spostata l’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme.
Israele ha sempre considerato Gerusalemme come la sua capitale, mentre i palestinesi rivendicano la parte Est, occupata da Israele nella guerra del 1967, come la capitale di un futuro stato palestinese. La sovranità israeliana sulla città non è mai stata riconosciuta a livello internazionale e tutti i paesi mantengono le loro ambasciate a Tel Aviv.
Gerusalemme è anche sede di importanti siti religiosi sacri all’ebraismo, all’Islam e al cristianesimo, specialmente nella zona orientale. L’annuncio del Presidente Trump ha scatenato feroci proteste in Medio Oriente.