Investire in titoli bancari: quale sicurezza per i piccoli risparmiatori

Con tutto quello che si sente in giro, che paura ad investire in banca, soprattutto se si è un piccolo risparmiatore. Difficile fare luce nella selva di titoli e possibilità di investimenti, moltissime delle quali sempre più a rischio. Se si decide di intraprendere questa strada, la prima differenza da conoscere è quella tra azioni e obbligazioni. Solo dopo aver capito a fondo questa distinzione si potrà investire senza rischi.

Le azioni, come si suol dire, fanno parte del capitale di rischio, chi le compra, in sostanza, diventa socio di chi le emette e, di conseguenza, partecipa agli utili (se ci sono) oppure subisce perdite. Chi invece decide di acquistare obbligazioni acquista quello che viene definito capitale di debito: l’emittente ha bisogno di liquidità e si finanzia chiedendolo agli obbligazionisti a cui promette di restituire i soldi maggiorati di interessi, generalmente corrisposti periodicamente (cedola). I rischi per l’investitore sono molto bassi: ammesso che non ci sia un default, cioè un fallimento del debitore, il denaro sarà sicuramente restituito.

investire in titoli bancariL’obbligazione ha un valore nominale che rappresenta il capitale sottoscritto e risarcito alla scadenza e può essere emessa da una società, da uno Stato o da un ente sovranazionale, per esempio la Banca europea per gli investimenti.

L’emissione può avvenire in tre modi:

  • alla pari (il valore di emissione corrisponde al valore nominale),
  • sotto la pari (il valore di emissione è più basso di quello che è il valore nominale risarcito alla scadenza),
  • sopra la pari (il valore di emissione dell’obbligazione è superiore al valore nominale).

Generalmente chi compra obbligazioni, quindi, lo fa per tenersele in portafoglio e percepire l’interesse promesso. Si prestano dei soldi, in buona sostanza, sapendo che quasi sicuramente saranno rimborsati. Non tutti, però, lo fanno per questo obiettivo. Il valore del titolo oscilla sul mercato: l’obbligazione può essere anche venduta ad altri, con la speranza di realizzare un profitto con un ricavo superiore rispetto al costo d’acquisto. Quest’ultimo, dunque, è uno strumento molto sicuro ma meno remunerativo e a lunga scadenza.

Non esistono in assoluto obbligazioni da comprare assolutamente, vale la solita regola del mercato: più alto è il rischio, maggiore è la remunerazione per chi presta i soldi. Quanto ai titoli o, per usare il termine preciso, le azioni, invece, in un periodo di grandissima volatilità come questo la scelta della vendita, o dell’acquisto indovinando i tempi giusti, può fare veramente la differenza. Insomma chi è capace e ha sangue freddo può fare soldini importanti, se si muove nel modo giusto. Se proprio si vuole vendere, bisogna considerare la quota di perdita che si è disposti ad accettare.

Nel caso di un piccolo risparmiatore, come sappiamo, possedere all’interno del proprio portafoglio una quota di bancari superiore al 20-25% è piuttosto pericoloso, a meno che del pericolo non si faccia il proprio mestiere. Questo significa che, nel caso in cui la quota sia ristretta al di sotto della soglia del 20% e vogliamo proprio liberarci del discorso, una perdita del 10%, sul totale può essere accettabile, ma ovviamente dipende dalle esigenze di ognuno.

L’ideale è approfittare dei rimbalzi per liberarsi gradualmente dei titoli in salita e aspettare invece per gli altri. Seguendo questa logica si può tranquillamente limitare i danni. Del resto c’è chi sfrutta i rimbalzi, anche giornalieri, per fare profitto. A chi chiede se sia sicuro o giusto acquistare in questo momento, non si può dare una risposta univoca. Insomma, Certo, le banche italiane sono senza dubbio sottostimate rispetto al loro reale valore, e quindi comprare potrebbe generare un notevole profitto, in quanto il prezzo delle loro azioni è sottostimato.

C’è da considerare però che, essendo pieni di debito pubblico e con le cose che non sembrano volgere al meglio, la quotazione al ribasso degli istituti di credito sul mercato potrebbe durare anche molto tempo. Senza considerare le possibilità di default di un soggetto qualsiasi. In conclusione, l’acquisto di titoli bancari in questo momento può essere un investimento, ma solo per chi ama il rischio e soprattutto per chi è disposto ad aspettare.

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