La Commissione Ue spinge sul ministro delle Finanze europeo

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La Commissione Europea continua a lavorare sulla figura del ministro dell’economia e delle finanze per rendere la zona euro più democratica e resistente agli shock economici. L’intenzione è quella di munirsi di questa figura istituzionale entro il 2019.

Tra le altre intenzioni, c’è anche un piano per fare del fondo europeo di salvataggio un’istituzione dell’UE, sotto la supervisione del Parlamento europeo, piuttosto che un organismo gestito dai governi nazionali, un’idea che sicuramente incontrerà la resistenza di governi di spicco come quello tedesco.

Nell’ambito del piano della Commissione il meccanismo europeo di stabilità, il fondo di salvataggio della zona euro che prende le decisioni all’unanimità, diventerebbe il Fondo monetario europeo, il quale prenderebbe decisioni con voti di maggioranza.

In teoria, la FEM sarebbe in grado di agire più rapidamente in caso di crisi. Ma è probabile che i governi resisteranno prima di rinunciare ai loro veti sulle questioni della borsa.

Le misure mirano a rafforzare la zona monetaria composta da 19 membri, ma anche ad incoraggiare all’adesione i paesi dell’UE fuori dal blocco. Attualmente, tutti gli Stati membri dell’UE hanno l’obbligo di aderire all’Eurozona, ad eccezione del Regno Unito e della Danimarca, i quali hanno negoziato la rinuncia.

Secondo le ultime proposte, i membri non appartenenti alla zona euro come la Polonia e l’Ungheria potranno chiedere aiuto tecnico e fondi UE per un valore di 300 milioni di euro come sostegno atto a realizzare le riforme in vista dell’adesione alla moneta unica.

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