Risale a settembre la richiesta da parte del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di nominare un ministro delle finanze europeo per migliorare la governance fiscale dell’Eurozona.
Una figura che creerebbe non pochi problemi. Se nelle varie nazione il ministro delle finanze si occupa ad esempio di stabilire le priorità della spesa e aumentare o abbassare le tasse, in un regime federale questa carica sarebbe di più ampio respiro in quanto dovrebbe occuparsi della supervisione e del controllo degli affari fiscali delle diverse nazioni.
Mentre nell’immaginario di alcuni, questo ministro delle finanze europeo porterebbe disciplina fiscale nella zona, molti altri ritengono utopica e deludente tale prospettiva.
La visione di Juncker prevede anche che questo ministro servirà come vicepresidente della Commissione, presidente dell’Eurogruppo e capo della parte del bilancio UE della zona euro. E’ palese come questo miscellanea di cariche potrebbe sconvolgere il delicato equilibrio tra interessi della comunità e interessi nazionali su cui è costruita l’UE.
Sarebbe invece ideale che il presidente dell’Eurogruppo abbia un mandato a lungo tempo e chiaro per difendere meglio gli interessi europei nella riunione dei ministri delle finanze nazionali; difenderebbe le decisioni congiunte a livello nazionale partecipando ai dibattiti parlamentari nazionali. Un presidente a tempo pieno dovrebbe inoltre riferire e spiegare regolarmente le decisioni dell’Eurogruppo al Parlamento europeo, eventualmente accompagnato dal presidente della Banca centrale europea, aumentando così il senso di responsabilità.