L’economia italiana torna a rallentare. La nota mensile dell’Istat contiene due dati non proprio esaltanti per lo stato di salute dell’economia nostrana: da una parte le attese delle aziende e il numero degli ordinativi della manifattura registrano evidenti segnali di debolezza, e dall’altra tiene testa un perenne stato di deflazione da cui sembra che l’Italia non riesca proprio a venir fuori.
Ma andiamo con ordine. Per quel che riguarda il primo punto, quello cioè che descrive le aspettative degli operatori economici, l’Istat descrive una Italia in cui né le aziende e né i consumatori hanno molta fiducia nel futuro: per questo il rapporto parla di un “rallentamento nel ritmo di crescita nel breve periodo”.
Per quanto riguarda invece la deflazione, l’Istat prevede che i prezzi continueranno a rimanere molto contenuti per tutta l’estate: più in particolare il documento parla di prezzi “negativi o prossimi allo zero”. L’inflazione potrebbe tornare a farsi sentire solo a partire dal prossimo autunno, quando i consumi interni dovrebbero aumentare e spingere su il livello dei prezzi. Ma è evidente che si tratta solo di una previsione che potrebbe tanto venire confermata quanto essere smentita dall’evolversi dei fatti.
Al momento il rincaro dei prezzi riguarda soprattutto il comparto degli “alimentari non lavorati”, dei carburanti e dei tabacchi. Eppure non è escluso che i listini non possano tornare a salire anche altrove, se non altro perchè le famiglie stanno già ricominciando a spendere di più: nel primo trimestre 2016 la crescita della spesa è stata dello 0.2% rispetto all’ultima rilevazione del 2015, e proprio questo atteggiamento da parte delle famiglie continua ad arricchire, seppur in maniera modesta, quello che è il Prodotto interno lordo nazionale (il quale segna non a caso una crescita dello 0.3%).