S&P taglia le stime di crescita dell’Italia, ma conferma il rating a BBB-. E sul referendum: meglio il Sì, ma se vince il No “non succede nulla”
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha confermato il rating BBB- e outlook stabile sull’Italia, tagliando le previsioni di crescita a +0.9% per quest’anno e a +0.08% per il prossimo. Il governo invece si tiene più ottimista parlando di un +0.8% per l’anno corrente e di una previsione di crescita dell’1% per il 2017.
“Per quanto siano state riviste al ribasso le previsioni riguardanti la crescita del Pil allo 0.9% nel 2016 e allo 0.8% nel 2017, la previsione è che la ripresa economica del paese rimarrà ampiamente sulla giusta via”, scrivono da quel di Standard&Poor’s. La decisione di tagliare le stime sulla crescita dell’Italia è legata infatti alla sola constatazione che quella italiana è una “economia diversificata e ricca”.
Secondo l’agenzia di rating, il punteggio attribuito al Bel Paese è anche legato al fatto che “il governo sta gradualmente implementando varie riforme strutturali molto importanti, inclusa quella del sistema dell’istruzione, del mercato del lavoro, del framework istituzionale e del settore bancario”.
Standard&Poor’s tocca poi il dolente tasto del referendum costituzionale, affermando che una sua approvazione potrebbe dare “benefici alla stabilità e all’efficacia del governo italiano”. Nel caso in cui dovessero prevalere i No, però, “non si ritiene che questo esito finirà per essere significativo ai fini dell’affidabilità creditizia dell’Italia, a meno che non porti a un’inversione delle riforme strutturali”.