Il governo è in imbarazzo per la mozione anti tasse firmata da una parte del Pd. Renzi a Padoan: “La manovra non serve”.
Per far quadrare i conti pubblici e rispondere così alle richieste avanzate dall’Europa, il governo Gentiloni sta valutando la possibilità di introdurre delle accise sulla benzina e sui tabacchi. Ma la mozione parlamentare contro questo tipo di misure, avanzata da un gruppo di deputati renziani, gela l’esecutivo sul da farsi.
Si conferma così l’incrinatura, almeno su questo punto, tra il premier e Matteo Renzi, in un momento peraltro molto delicato visto l’approssimarsi della direzione del Partito Democratico.
Dal dicastero guidato da Pier Carlo Padoan non si è replicato direttamente sulla questione (“non entriamo nelle dinamiche interne al Parlamento”), ma è chiaro che l’imbarazzo sia molto. Soprattutto perché Padoan è stato lo stesso ministro che in totale sintonia con Renzi ha sempre promosso l’abbassamento delle tasse.
Renzi però, in una telefonata a Padoan avrebbe chiarito che quella mozione non era da intendersi come un attacco diretto al governo. L’ex premier, spiegandosi con il ministro, avrebbe ribadito che la manovra correttiva a suo modo di vedere non è necessaria e che la rotta deve essere la stessa ingranata sotto il suo governo: le tasse non si alzano neanche per sogno, a costo di dover trattare con l’Ue fino allo sfinimento.
Ma l’imbarazzo resta. Francesco Boccia coglie l’occasione per chiedere un congresso subito, mentre il governatore della Puglia Michele Emiliano, dal canto suo parla della mozione anti accise firmata dai renziani come di un testo “strumentale”.