Il welfare è a rischio sostenibilità poiché l’afflusso da Irpef è sulle spalle di pochi: il 10% dei lavoratori mantiene metà del sistema.
Su un totale di 60.79 milioni di abitanti, quelli che hanno presentato una dichiarazione dei redditi sono soltanto 40.7 milioni, e di questi sono 30.72 milioni coloro che hanno dichiarato almeno 1 euro di reddito. Il 46% dei contribuenti italiani dichiara infatti solo il 5.1% di tutta l’Irpef, pagando in media 305 euro l’anno, mentre il 15% paga il 9% del totale contribuendo con un’imposta media di 1.665 euro l’anno.
Questi sono i dati che diffusi ieri dal Corriere della Sera, dati dai quali emerge sostanzialmente un dato di fondo: che il nostro welfare è sempre più in difficoltà per reggersi sulle sole tasse dei lavoratori.
I lavoratori dipendenti hanno versato 99 miliardi di Irpef, ossia il 60% del totale. I dipendenti rappresentano la metà dei contribuenti italiani, poiché sono 20 milioni e 459 mila a fronte di una popolazione attiva di 40.7 milioni di persone. Un’altra grande mano al welfare la danno i pensionati che hanno pagato 58 miliardi di Irpef, e poi c’è il lavoro autonomo che ha contribuito in misura minore perché minori sono anche i lavoratori classificati appunto come autonomi.
Ma esattamente dove starebbe il dato preoccupante? Il Corriere invita a riflettere sul fatto che siano poco più di 30 milioni le persone che hanno dichiarato almeno un euro di reddito, e che il 46% dei lavoratori dichiari soltanto il 5.1% di tutta l’Irpef. Ciò significa che in pochi pagano troppo e che in tanti pagano poco rispetto al totale, per cui il sistema del welfare, di fatto, finisce per reggersi sulle spalle di una ristretta cerchia di attori.