Chi si aspettava che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte esponesse al Parlamento i punti chiave del contratto di governo stipulato da M5S e Lega è rimasto molto deluso.
Nessun accenno ai tempi di attuazione del programma, né dei costi che il paese dovrà sostenere per le riforme e nessuna indicazione sulle coperture finanziarie che servono. Altro silenzio sulla riforma della legge Fornero e su altre questioni come infrastrutture, cultura, scuola e diritti civili.
Per quanto concerne il rapporto con l’Europa? Solo pochi accenni, nulla di più. Eppure la questione interessa molto gli elettori e tutta la cittadinanza italiana, in quanto sono in ballo interessi economici nazionali.
Non basta confermare la fedeltà all’Alleanza Atlantica ed agli Usa, parlare di apertura nei confronti della Russia e della possibile revoca delle sanzioni per tranquillizzare il popolo italiano. Ci sono questioni che rivestono un’importanza fondamentale, e che se non affrontate con la giusta fermezza rischiano di intaccare pesantemente la già precaria stabilità economica del paese.
La guerra commerciale di Trump e le sue intemperanze verso l’Iran; la Cina che si avvia a diventare la più grande potenza economica mondiale; nessuna parola sulla questione mediorientale e sul Mediterraneo, la cui stabilità è importante per il nostro paese.
Aggiungendo a questo scenario il silenzio su altre questioni come la governance globale, il cambiamento climatico, il commercio internazionale, il problema del terrorismo, ciò che ne esce è l’immagine di una nazione che sembra non preoccuparsi troppo di scenari internazionali dalle prospettive oscure.