Ape Sociale, secondo il Consiglio di Stato deve essere retroattivo

Il Consiglio di Stato rende retroattivo lo strumento dell’Ape Sociale.

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Il Consiglio di Stato suggerisce una serie di modifiche al DPCM sull’Ape Sociale. Secondo i giudici di Palazzo Spada, interpellati nella valutazione dei profili di legittimità del decreto governativo, l’Ape Sociale dovrà funzionare secondo un principio retroattivo.

In pratica, lo strumento in questione, pensato per permettere ad una determinata fascia di lavoratori di accedere alla pensione anticipata a costo zero, dovrà avere una decorrenza retroattiva per permettere ai soggetti interessati di fruire della misura a partire dalla data prevista dalla Legge di Bilancio. Cioè dal primo maggio. Infatti, la Legge prevede che l’Ape Sociale arrivi proprio nel corso di questo mese, ma la procedura di monitoraggio finirà soltanto il 30 settembre 2017 a causa di una serie di ritardi accumulati.

Alla luce di ciò, secondo il Consiglio di Stato, l’Inps dovrà corrispondere l’Ape Sociale agli aventi diritto “entro il mese successivo a quello di presentazione della domanda, con decorrenza dalla data di maturazione dei requisiti e comunque non anteriore al 1° maggio 2017, e fino al conseguimento dell’età anagrafica prevista per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia”.

Sempre per tutelare i soggetti interessati, il Consiglio di Stato invita a spostare il termine ultimo per la presentazione dell’istanza al 31 luglio prossimo. “Il notevole ritardo con il quale il presente regolamento verrà emanato rende la data del 30 giugno 2017 un termine irragionevolmente breve”, spiegano i giudici.

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