Il cuneo fiscale in Italia continua a rimanere troppo alto: è la ragione per cui le buste paga sono sempre più leggere.
Secondo l’Istat la pressione fiscale sta scendendo e anche il governo, dal canto suo, ha annunciato di voler continuare sul percorso della riduzione delle tasse. Ma c’è un dato che ancora frena la crescita: le tasse e i contributi previdenziali continuano a pesare troppo sul cuneo fiscale, cioè sulla differenza che c’è tra quanto un dipendente costa al suo datore di lavoro e quanto effettivamente finisce nelle sue tasche sotto forma di salario.
Alle aziende, infatti, i lavoratori dipendenti continuano a costare il doppio rispetto a quanto va a finire loro in busta paga. Una situazione, questa, che frena inevitabilmente la capacità di spesa degli italiani e che si riflette anche su una minor predisposizione delle aziende di assumere nuova forza lavoro.
Ad affrontare la questione è la Cgia di Mestre, che ha esaminato la composizione delle buste paga di due lavoratori dipendenti entrambi occupati nell’ambito dell’industria metalmeccanica.
Il primo caso riguarda un operaio che percepisce uno stipendio netto mensile di poco più di 1.350 euro: al suo titolare, invece, costa la bellezza di 2.357 euro. Il secondo caso riguarda invece un impiegato con una busta paga netta di 1.709 euro: nel suo caso il datore di lavoro sostiene un costo complessivo di oltre 3.200 euro. In pratica, il cuneo fiscale è di 979 euro nel primo caso e di 1.503 euro nel secondo. Non si tratta forse di una materia a cui metter mano?