Quando si parla di gig economy il riferimento è ad un tipo di economia in cui la stragrande maggioranza della forza lavoro non è costituita da dipendenti a tempo pieno o part-time, ma è invece contrattata dalle imprese che li pagano.
Ciò include le persone con contratti temporanei, lavoratori part-time con un’alta fluttuazione del numero di ore lavorative per periodo di paga e lavoratori “informali” o lavoratori autonomi pagati su base individuale piuttosto che ad una tariffa stabilita. Le posizioni temporanee o contrattuali offrono alcuni vantaggi, ma presentano anche molti svantaggi rispetto al tradizionale impiego a tempo indeterminato.
Vantaggi
- Maggiore flessibilità per i datori di lavoro, in particolare per reagire alla domanda stagionale o ai rapidi cambiamenti nelle attività commerciali;
- Minori costi per assunzione e licenziamenti;
- Più reddito che va al lavoratore rispetto ai benefici che potrebbero non essere così apprezzati;
- Opportunità per i datori di lavoro di testare i lavoratori prima di prendere una decisione di assunzione a tempo indeterminato.
Svantaggi
- Più incertezza per i lavoratori;
- I lavoratori devono ottenere benefici indipendentemente, spesso a costi più elevati rispetto ai benefici finanziati dal datore di lavoro;
- I lavoratori trascorrono molto tempo alla ricerca di nuove posizioni, piuttosto che essere produttivi; i datori di lavoro passano più tempo a valutare nuovi candidati rispetto ad assumere a tempo indeterminato.
Alla fine, la gig economy aiuta molto più i datori di lavoro che i lavoratori, ma l’insicurezza che nasce dal lavoro precario impedisce alla produttività di crescere. Inoltre, manca anche la sicurezza che deriva nel sapere che il lavoro sarà sempre presente e per un lungo periodo di tempo.