Nel primo trimestre 2017 i contratti a tempo indeterminato sono crollati.
Cessata l’epoca degli sgravi contributivi, i contratti a tempo indeterminato tornano a crollare vertiginosamente. Le imprese hanno invertito il senso di marcia e si sono tornate ad orientare su contratti a termine, esattamente come avveniva prima del varo del Jobs Act e della Legge di Stabilità 2016.
E’ quanto emerge da un rapporto dell’Osservatorio Inps sul precariato relativo al primo trimestre 2017, che ha gettato nuove ombre su un mercato del lavoro ancora poco dinamico e reattivo. Tra gennaio e marzo, in ogni caso, sono aumentate le assunzioni: i nuovi assunti nel mercato privato sono risultati 1.439.000, vale a dire il 9.6% in più rispetto ai nuovi assunti che erano stati registrati nel primo trimestre 2016.
Tuttavia è il dato riguardante le assunzioni a tempo indeterminato quello che preoccupa, poiché su questo fronte si è registrato un calo del 7.6%. La parte del leone, infatti, l’hanno giocata i contratti di apprendistato (cresciuti del 29.5%) e quelli a tempo determinato (in aumento di poco più di 16 punti percentuali). In pratica, si è continuato ad assumere con forme contrattuali non poi così sicure per il lavoratore.
Al palo anche le trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato, incluse le prosecuzioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato iniziate sotto forma di apprendistato, in riduzione del 6.8% rispetto allo stesso periodo del 2016.