Lavoro, nel 2016 aumentano i licenziamenti: +5.7%. Giù le dimissioni

I licenziamenti aumentano del 5.7%, mentre le dimissioni diminuiscono: lo scenario controverso del post Jobs Act.

Novità sul lavoro statale

I licenziamenti aumentano e le dimissioni diminuiscono. Nel 2016 ci sono stati quasi 900mila licenziamenti che raggruppano un po’ tutte le fattispecie, con un aumento del 5.7% rispetto al 2015 (quando il fenomeno riguardò 850.297 casi). Le dimissioni sono state invece più di 1.2 milioni (1.221.766), in diminuzione di 17.1 punti percentuali rispetto all’anno prima (1.474.718). E’ quanto emerge dagli ultimi dati del sistema delle comunicazioni obbligatorie fornito dal Ministero del Lavoro.

Con il Jobs Act sono state introdotte delle nuove norme sul meccanismo dei licenziamenti, ma anche norme di contrasto alle dimissioni in bianco con l’obbligo della comunicazione online. Nel solo quarto trimestre del 2016 i licenziamenti hanno riguardato 259.968 lavoratori, in aumento di 9.276 unità, cioè del 3.7%. Le cessazioni per dimissioni sono invece calate a 318.146 casi, quindi di 18.8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2015.

“Questa tendenza – si legge nella nota – risente ancora degli effetti generali dall’introduzione dello strumento delle dimissioni online (marzo 2016) che ha determinato una ricomposizione delle cause di cessazione”.

In ogni caso, secondo quanto ha rivelato l’Inps, nel settore privato, in riferimento al biennio 2015-2016, si è registrato un saldo positivo di 968mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a fronte di un saldo negativo di 135mila unità rilevato nel biennio precedente (cioè 2013-2014). Qualcosa si muove, insomma, ma la strada da fare per riportare il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi è ancora molta.

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