Lavoro Porto di Taranto, salvi 520 dipendenti
Non dovranno più andare in mobilità i 520 dipendenti dell’azienda Taranto container terminal che hanno rischiato il posto di lavoro in seguito alla messa in liquidazione della società dagli azionisti. Salvi, quindi, i 520 posti di lavoro del Porto di Taranto, grazie ad un accordo che si è definito tra il ministero del Lavoro e la presidenza del Consiglio, che prevede l’uso di ammortizzatori sociali per i lavoratori a rischio.
Prima di tutto, in seguito alla data di scadenza della cassa integrazione per i dipendenti che aveva già ottenuto il rinnovo circa dodici mesi fa, è stata stabilita una nuova proroga, fino a fine anno, per tre mesi. Successivamente alla proroga, ovvero a partire dal primo giorno del 2017, i dipendenti saranno ricollocati in nuove strutture ed attività portuali dall’Agenzia nazionale che si occupa della ricerca e fornitura occupazione nel contesto portuale demaniale. Non solo per Taranto, ma anche per Cagliari e Gioia Tauro: qui, infatti, la situazione si prospetta molto simile a quella che si è giù verificata in Puglia.
Tre anni di tempo per la formazione professionale e la riqualificazione dei lavoratori: si tratta di un sistema di ammortizzatori sociali molto importante, che ha come obiettivo la rioccupazione del dipendente.