Meno incentivi ed i contratti a tempo indeterminato subiscono inquietanti variazioni: è quando si è registrato nel primo trimestre del 2016, in cui da una recente indagine è emerso un peggioramento del 77% rispetto a quanto accaduto nei primi tre mesi del 2015. I contratti cessati sono stati, nei primi tre mesi di quest’anno, 377.497; un vero e proprio ‘fallimento’ causato sicuramente dalla riduzione degli incentivi effettuati sui contratti a tempo indeterminato.
Questo calo di assunzioni a tempo indeterminato (con conseguente aumento delle cessazioni), è preoccupante anche rispetto ai dati del 2014. Oltre alla motivazione delle riduzioni di incentivi, c’è anche un problema relativo all’erogazione dei cosiddetti voucher lavoro, che se da un lato dovrebbero servire per evitare il lavoro in nero nel caso di contratti occasionali, dall’altro lato diventano sempre di più per le aziende un metodo per evitare assunzioni stabili anche laddove esse sarebbero necessarie.
La diminuzione di contratti a tempo indeterminato (anche in seguito a trasformazione) e l’incremento dei voucher per il lavoro accessorio, rappresentano un problema da non sottovalutare. Secondo le analisi effettuate dall’ISTAT, e febbraio di quest’anno si è registrata una maggiore disoccupazione rispetto allo scorso anno, con conseguenti cessazioni di contratti stabili: una situazione che dimostra sempre più spesso che si risente di determinate procedure contenute nella legge di stabilità.