Stop alla precarietà nella Pubblica Amministrazione: i contratti a termine potrebbero essere regolamentati per evitarne l’abuso.
La riforma della Pubblica Amministrazione firmata Marianna Madia procede a passo spedito. Dopo le tante novità introdotte negli anni del governo Renzi, e più recentemente durante l’esperienza Gentiloni, il Ministero guidato dalla Madia sembra stia per preparare qualche altra novità per i dipendenti pubblici.
Sembra infatti che si stia valutando la possibilità di cambiare le regole sui contratti a tempo determinato anche nella PA, così da allineare il settore pubblico al comparto privato.
La proposta del governo si fa via via più chiara: regolamentare la precarietà nella PA, fissando un numero massimo di contratti a termine sottoscrivibili in una data amministrazione pubblica, e prevedendo anche dei paletti per quel che riguarda durata e proroghe dei contratti stessi. In pratica si tratterebbe di mantenere un po’ di flessibilità nella PA, senza tuttavia scadere nel precariato. Non a caso, si punta anche all’inserimento di una precisa clausola che vieta le continue proroghe di contratti a scadenza.
L’atto di indirizzo per i rinnovi dei contratti del pubblico impiego, firmato sempre dal ministro Madia, contiene già dei concetti di questo tipo: nel documento si parla, tra le altre cose, di individuare dei limiti quantitativi di utilizzo dei contratti a tempo determinato, rispettando la quota massima del 20% stabilita dal Jobs Act. La questione verrà comunque discussa nel tavolo di confronto tra Aran e sindacati previsto per questo lunedì.