L’Inps boccia l’ipotesi di tagliare i requisiti per la pensione per le mamme lavoratrici: le motivazioni di Boeri.
Di un pensionamento anticipato per le mamme lavoratrici non se ne parla affatto. Il presidente dell’Inps Tito Boeri chiude le porte alla proposta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di varare una misura tramite cui si sarebbe permesso alle mamme lavoratrici di uscire dal mercato del lavoro fino a 3 anni prima del previsto.
Secondo l’Inps, la proposta non è neanche lontanamente discutibile in quanto per risolvere la “questione mamme” non si deve ricorrere a “scorciatoie”, ma intervenire sul mercato del lavoro delle donne. Inoltre, ha fatto notare Boeri, mandare in pensione prima le mamme significa proiettarle a una pensione con un assegno più basso del previsto.
L’ipotesi circolata anche negli ambienti di governo e tanto caldeggiata dai sindacati, non piace all’Inps. E non piace anche per un’altra ragione, ossia perché darebbe al datore di lavoro “la possibilità di fare uscire anticipatamente le donne con figli per ridurre la forza lavoro, obbligandole a prendere una pensione molto bassa per il resto della loro vita”. In pratica, oltre che essere ingiusta dal profilo morale, la proposta in questione finirebbe con l’essere sfruttata dai datori di lavoro.
Insomma, per Boeri sarebbe il caso di risolvere i problemi delle donne che sono mamme e lavoratrici al tempo stesso, entrando più nel merito delle singole questioni e dei singoli problemi, che non mettendo “una pezza” con il solito ricorso alla pensione anticipata.