Pensioni e assegni sociali sono calati drasticamente nei primi sei mesi del 2016: i numeri nel dettaglio.
Gli assegni pensionistici erogati dall’Inps crollano vertiginosamente nel primo semestre a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile che è scattato nel 2016 e che è stato voluto dalla riforma Fornero sulle pensioni per almeno due ragioni: per mettere al riparo la tenuta del sistema previdenziale e per rispondere all’aumento della speranza di vita certificato anche dall’Istat. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Inps, nei primi sei mesi del 2016 il numero delle nuove pensioni liquidate è sceso del 34% rispetto ai calcoli precedenti.
Questa dinamica è da attribuire al fatto che a dicembre 2015 è stato raggiunto il requisito di età previsto per il pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti, che per tutto il 2014 erano invece rimaste bloccate dal continuo innalzamento del requisito stesso. Inoltre, sempre relativamente alle donne lavoratrici, a partire dal primo gennaio scorso è scattato un ulteriore incremento del requisito di età per accedere alla pensione, che è pari a 18 mesi nel caso delle lavoratrici dipendenti e a 1 un anno per quanto riguarda invece le lavoratrici autonome.
Più nello specifico risulta che le pensioni liquidate nei primi sei mesi del 2016 siano state 110.576 rispetto alle 160.484 liquidate nel primo semestre del 2015. Anche gli assegni sociali si sono dimezzati nel 2016: dai 25.939 dell’anno scorso si è passati ai 13.912 di quest’anno, con un calo che segna un numero anche qui molto consistente (-46.4%). E la stessa dinamica ha coinvolto pure gli assegni erogati ai coltivatori diretti (che sono scesi a 12.972 contro i 18.651 di un anno prima), gli assegni erogati ai commercianti (17.450 contro i 28.466 di un anno fa), e quelli stanziati a favore degli artigiani (22.700 contro i 37.246 di un anno prima).