Il ministro Madia vuole accelerare sulla riforma della PA, risolvendo anche la questione della “gabbia” che blocca la contrattazione con i sindacati.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia vuole stringere i tempi e portare a casa la riforma del settore. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha colpito ben tre decreti (“taglia partecipate”, “licenziamenti lampo per i furbetti” e riordino della dirigenza sanitaria), il governo ha intenzione di imprimere un’accelerazione per arrivare a capo di un intesa con le Regioni. Intesa che potrebbe superare appunto la sentenza della Consulta.
La riforma della PA procede a vele spiegate anche grazie al via libera arrivato proprio in questo senso, il 17 gennaio scorso, dal Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato ha infatti rilevato l’importanza di “portare a termine le previsioni della riforma”, anche a fronte della sentenza della Corte Costituzionale. L’obiettivo, “non far perdere slancio riformatore all’intero disegno”.
Ma c’è un altro capitolo che Marianna Madia si appresta ad affrontare: il nuovo Statuto del lavoro pubblico che dovrebbe far saltare la gabbia che pone dei limiti assai rigidi in materia di contrattazione. Il Ministero vuole portare il decreto in Consiglio dei Ministro entro metà febbraio, avviando quanto prima un confronto con i sindacati così come del resto prevedono gli accordi siglati il 30 novembre scorso.
Nei prossimi giorni, quindi, i contatti si intensificheranno per arrivare a un incontro che farà da trampolino di lancio al riavvio della contrattazione. In pentola c’è la revisione del Testo Unico così come uscito dall’allora riforma Brunetta.