La Brexit si ripercuote sul comparto mutui e lo fa in una chiave positiva: il tasso fisso sui mutui è in diminuzione!
L’effetto Brexit comincia a farsi sentire, e a farlo non solo ed esclusivamente per i suoi aspetti negativi, ma se vogliamo anche per quelli che possono essere definiti tutto sommato positivi. E’ il caso del comparto mutui, che deve all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea un calo generalizzato degli interessi. A trarre vantaggio dalle conseguenze del voto referendario del 23 giugno scorso, insomma, saranno coloro che decidono di sottoscrivere un mutuo con un tasso fisso.
Secondo i dati trafugati da un noto comparatore di mutui online, oggi è possibile scontare un mutuo ventennale con un tasso fisso che viaggia intorno all’1.8%, ossia su una soglia che è solo di poco superiore a quella di un tasso variabile. Tutto merito dell’Eurirs, il tasso di riferimento, che rispetto a febbraio ha praticamente subito una sforbiciata del 50% scendendo dall’1.41% allo 0.73%.
Resta comunque il fatto che anche i tassi applicati sui mutui a tasso variabile si tengano su livelli decisamente contenuti. Per determinarli non serve in questo caso l’Eurirs, ma l’Euribor, che appunto anche a margine del referendum sulla Brexit non ha subito grandi scossoni permettendo ai sottoscrittori di un mutuo a tasso variabile di non dover andare incontro a grosse spese extra.
Per quanto riguarda il livello di diffusione dell’uno e dell’altro, il comparatore prezzi che ha stilato l’indagine fa sapere che oggi giorno il 70% delle erogazioni di mutuo in Italia avvengono a tasso fisso. E il perché è semplice: il tasso fisso è più sicuro, visto che il sottoscrittore sa quanto pagherà per tutta la durata del prestito senza che vi sia il rischio di dover affrontare interessi in crescita. E poi con l’effetto Brexit, come dicevamo, il tasso fisso è anche in diminuzione!