Prestiti garantiti: banche italiane spingono l’Europa a cambiare le regole

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“Una regolamentazione ingiustamente severa”: è ciò che le banche italiane chiedono ai legislatori europei. L’argomento riguarda i prestiti garantiti. Parliamo specificatamente dei prestiti garantiti sui salari, destinati a quei lavoratori che hanno un contratto a tempo indeterminato ed ai pensionati.

Secondo una stima, la proposta di modificare dei regolamenti introdotti nel 2014 garantirebbe il taglio di quasi 1 miliardo di euro che i creditori italiani accantonerebbero.

Per emergere dalla crisi in questo settore, l’ABI ha pensato di alleviare la pressione sui finanziatori per raccogliere ulteriori fondi. “Se questo emendamento verrà approvato, il prestito garantito sosterrà i finanziamenti delle famiglie diventando un punto di riferimento in Europa”. Questo è ciò che ha dichiarato Giovanni Sabatini, Amministratore Delegato dell’ABI.

Le banche italiane lamentano che i regolamenti sui requisiti patrimoniali dell’Unione Europea (CRR) li costringono ad accantonare un capitale inutilmente elevato contro una classe di prestiti al consumo a basso rischio per un valore di 16,5 miliardi di euro. Vengono trattati dal CRR come normale credito al consumo; facendo ciò le banche sono costrette ad accantonare la stessa quantità di capitale nello stesso modo di altre forme di debito personale.

L’ABI vuole che i legislatori europei cambino le regole in modo che le banche possano dimezzare gli attuali 1,6 miliardi di euro di capitale necessari per sostenere i prestiti garantiti dai salari. Annamaria Benassi, analista bancaria, ha affermato che “un tale cambiamento non andrà ad impattare sui maggiori istituti di credito italiani quotati in borsa, ma sarebbe una notizia positiva per le piccole banche”.

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