Guida acquisti olio: i consigli della Coldiretti su come riconoscere un olio buono e non cadere nella trappola del risparmio facile
Quante volte ci sarà capitato di entrare in un supermercato e ritrovarci un po’ indecisi, davanti agli scaffali dell’olio da cucina, per la grande varietà di marchi e di bottiglie di cui, però, molto spesso non conosciamo la provenienza? Sarà capitato probabilmente moltissime volte: ma sarà accaduto ancor più spesso di ritrovarsi a scegliere tra il costo basso e la qualità, pur non capendo sempre che dietro ad un prezzo troppo basso di un litro di olio potrebbe essere celata una qualità inesistente del prodotto stesso.
Ma vediamo bene a cosa facciamo riferimento: recentemente si è molto parlato delle difficoltà a gestire una produzione di olio di oliva che allo stato attuale delle cose non riesce a rispondere alle innumerevoli richieste. La scarsa produzione di olio può dare vita, quindi, alla necessità di portare avanti dei processi chimici e ad utilizzare miscele di oli importati dall’estero per rispondere alle varie richieste dei clienti anche in fatto di risparmio.
Ma è giusto risparmiare sulla qualità? Secondo quanto dichiarato anche da Coldiretti, è bene riconoscere il tipo di olio che stiamo acquistando per evitare di andare incontro a problemi di salute. All’interno di oli scarsi vi sono clorofilla, aromi artificiali e processi chimici; lo stesso grado di acidità del prodotto non dovrebbe essere superiore al 2% su 100 grammi.