Il Regno Unito testa le carte di debito in cui sono integrate le impronte digitali degli utenti

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La Natwest, banca britannica, sta sperimentando l’utilizzo di una nuova carta di pagamento NFC che trova la sua linfa vitale in uno scanner di impronte digitali incorporato. I 200 clienti che parteciperanno al test potranno effettuare pagamenti NFC o contactless senza inserire il PIN o firmare la ricevuta.

Anche se nel Regno Unito è già possibile effettuare pagamenti contactless, per mancanza di sicurezza il limite è di 30 sterline. Per un importo maggiore, gli esercenti pretendono l’inserimento del PIN oppure la firma sulla ricevuta.

Siccome su questa nuova carta sperimentale vengono memorizzati i dati relativi alle impronte digitali, per gli hacker è impossibile violare la sicurezza del database di una banca. Certo, affermare che sia infallibile è un esercizio di supponenza, ma almeno è sufficientemente sicuro in quanto un ladro difficilmente sarebbe in grado di imitare un’impronta digitale. Invece, col PIN, è molto più facile.

Sperimentata già nel 2015, l’autenticazione biometrica sta diventando componente standard nei pagamenti mobili NFC. La Gemalto, società che ha sviluppato questa tecnologia, nel 2017 l’ha sperimentata in Sud Africa e in Italia tramite l’Intesa Sanpaolo. Il problema è che questa tipologia di carta può essere utilizzata solo presso lo sportello di una banca e non online (come con i servizi di pagamento mobile Apple Pay o Google Pay).

La Natwest non ha risolto questo problema. Coloro che parteciperanno al test dovranno sempre recarsi presso una filiale della loro banca. La speranza della Gemalto è quella che in futuro i clienti potranno registrare sui rispettivi smartphone le loro impronte digitali.

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