Il limite all’uso del denaro contante è stato portato a 3.000 euro, ma sembra che il ministro Padoan abbia cambiato idea su questa misura.
Nel 2016 il limite all’uso dei contanti è stato incrementato da 1.000 a 3.000 euro, fatta unica eccezione per il money transfer che continua ad operare con il tradizionale limite dei 1.000 euro ad operazione. La lotta all’evasione è una priorità di tutti i governi che si sono succeduti, ma il governo attuale capitanato da Matteo Renzi non si è mai detto convinto del fatto che limitare l’uso del contante sia una strategia efficace per combattere l’evasione.
L’innalzamento del limite da 1.000 a 3.000 euro è stato voluto per almeno cinque ragioni diverse: il limite stringente dei 1.000 euro voluto dal governo Monti non ha combattuto l’evasione fiscale; l’innalzamento del tetto al contante dà uno slancio al turismo, favorisce il commercio (soprattutto quello dei beni di lusso), ci permette di uniformarci al resto dei Paesi europei e favorisce anche gli anziani che come si sa sono sempre un po’ restii a pagare con le carte di credito.
Tutto ciò si traduce quindi in una maggiore possibilità per noi italiani di spendere liberamente i nostri soldi senza dover essere costretti a pagare con bonifico o assegno degli importi anche un po’ elevati.
Ma qualcosa potrebbe cambiare perché il ministro Padoan sembra avere cambiato idea su questa misura: “L’uso eccessivo del denaro contante non ci permette di controllare tutta l’evasione e rischia di facilitare lo scambio di denaro da parte di organizzazioni dedite alla criminalità organizzata”. Che questo suo ripensamento finirà col convincere il governo a rivedere questa sua posizione? Per ora è assai difficile crederlo.