Anche se non disciplinati da nessuna legge, nell’ambito degli strumenti finanziari particolare attenzione hanno assunto i Warrant e i Covered Warrant. Ma di cosa si tratta?
Il warrant non è altro che un contratto che offre ad un soggetto portatore di un documento la facoltà di acquistare o vendere un’attività finanziaria sottostante, tipo le quote di proprietà del capitale societario o un titolo azionario. Il termine strike price all’interno di un warrant è il prezzo fissato del titolo per l’acquisto, il quale può avvenire in una data ben precisa o in un lasso di tempo fissato contrattualmente.
Il covered warrant è anch’esso uno strumento finanziario molto simile al warrant. In poche parole, è un’evoluzione dello stesso. A differenziarli è il contenuto: l’attività finanziaria sottostante non è necessariamente un titolo azionario, ma ogni tipologia di attività finanziaria a cui è attribuibile un prezzo, tipo un titolo di stato, un bond, materie prime, valute, ecc. Oltre a questo, il covered warrant prevede l’incasso di una certa somma di denaro.
Attualmente, la Borsa Italiana conta circa tremila Covered Warrant quotati in borsa. Il problema è che tante persone non hanno la minima idea né di cosa di tratti e né dei vantaggi che offrono. Nell’ambito finanziario, i CW vengono considerati dei “derivati” in quanto il loro “valore” nasce dall’andamento del pricing di un asset (attività) sottostante.