Il governo vara il decreto correttivo che introduce la stretta sui voucher. Ma le richieste dei sindacati restano inascoltate.
Per quanto rappresenti un passo in avanti, però, l’uso dei voucher continua a destare non poche perplessità nel mondo sindacale. I sindacati avevano chiesto infatti al governo che dall’utilizzo di questi buoni lavoro venissero esclusi interi settori e che venisse introdotto un tetto massimo di ore al loro impiego, affinché insomma “le prestazioni pagate con i voucher diventino effettivamente residuali e non la maggioranza”.
Ma cosa cambia, con la stretta introdotta dal governo? Il nuovo testo obbliga l’azienda a comunicare all’Ispettorato del lavoro quelli che sono i dati anagrafici del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione con almeno 60 minuti d’anticipo prima dell’inizio della prestazione. Per il comparto agricolo, però, le cose saranno leggermente diverse e un po’ più stringenti.
La stretta sui voucher è stata voluta per frenarne l’abuso, cosa che effettivamente è accaduta negli ultimi anni visto e considerato che i buoni lavoro, pur in periodi di crisi economica più nera, sono cresciuti oltre ogni misura. Inps e Veneto Lavoro stimano infatti che i voucher siano diventati l’unica fonte di reddito per il 37% dei lavoratori che li ricevono.