Gli scandali che recentemente hanno scosso il sistema bancario lettone sono gli ultimi di una serie di crisi che hanno attanagliato il paese nell’ultimo decennio. Oltre a Ilmars Rimsevics – governatore della banca centrale accusato di aver preso una tangente – il più grande istituto di credito della nazione, la ABLV Bank, è stato accusato dagli USA di saccheggi e riciclaggio di denaro sporco.
I suddetti scandali, che secondo le autorità lettoni non sono collegati, sono stati una sorpresa considerando gli arresti avvenuti negli ultimi anni e le conseguenti sanzioni severe applicate nei confronti del settore bancario non residente del paese.
“La Lettonia è stata per molti anni la capitale bancaria dell’est” ha dichiarato un economista. “Abbiamo evidenti vantaggi: la lingua russa è ampiamente parlata, le relazioni commerciali esistono sin dai tempi dell’unione sovietica, le persone si conoscono. La popolazione in Russia, in Ucraina e in Bielorussia guarda alla Lettonia e pensa che sia finanziariamente molto sicura in quando fa parte del diritto comunitario e dell’UE. I depositi dei non residenti sono cresciuti rapidamente, fino a quasi coincidere con i depositi nazionali”.
Varie banche lettoni sono stati implicate in una serie di scandali. Venivano utilizzate come canale per proventi facenti parte di una frode da 230 milioni di dollari perpetrata da parte di alti funzionari russi e da un gruppo criminale.
Società offshore collegate a Mukhtar Ablyazov, accusate di frodare la banca BTA del Kazakistan di oltre 1 miliardo di sterline, vennero accusate dal tribunale di Londra di aver pilotato denaro attraverso una banca lettone. Altre banche di Riga vennero accusate di aver gestito una parte del miliardo di dollari sottratto da tre banche moldave nel 2014.