I sindacati scrivono al governo e annunciano lo stop alle trattative con Alitalia. Il ministro Calenda dà il via libera all’incontro.
In un comunicato unitario i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo comunicano la rottura totale con i piani alti di Alitalia: “Abbiamo deciso di interrompere il confronto con Alitalia sulle proposte che ci ha avanzato in merito al rinnovo del contratto nazionale di lavoro”.
Con parole che più chiare non si può, i sindacalisti fanno sapere ai Ministri Delrio, Calenda e Poletti, e per conoscenza anche alla stessa Alitalia, che le tensioni con i vertici della compagnia aerea si sono tradotte in una rottura di fatto. Da qui, l’appello: “Chiediamo una convocazione, indispensabile ed urgente, da parte del governo, pur assolutamente consapevoli del ruolo che può assolvere, per illustrare la nostra posizione di allarme e per valutare attentamente ogni singola iniziativa”. E Calenda, dal canto suo, ha dato il suo ok.
I sindacati si dicono anche delusi da Etihad, arrivata nel Belpaese col tentativo di salvare la compagnia di bandiera italiana, ma poi resasi protagonista di un clamoroso dietrofront. “Dopo due anni di gestione ci rendiamo conto da parte di Etihad che le alleanze con Air France KLM e Delta limitano molto lo sviluppo delle rotte e che Alitalia è costretta a pagare leasing a prezzi fuori mercato”, sottolinea Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti.
Tarlazzi si scaglia contro una politica di Etihad che ha messo all’angolo Alitalia, tagliandole alcune rotte e riducendone altre nelle frequenze. “Inoltre – continua il sindacalista – in questi due anni non si contano gli sperperi di denaro tra cui, a solo titolo di esempio, il cambio delle divise, gli interventi di restyling degli interni degli aerei poi buttati via appena pochi mesi dopo, la manutenzione ad Abu Dhabi e i corsi per 7.000 persone portate di forza là”.