Chi si aspettava che, dopo la fine del Quantitative easing annunciata dalla Bce, i tassi sui mutui sarebbero aumentati si sbagliava di grosso. Invece, a sorpresa, il costo dei prestiti per acquistare casa continua la sua parabola discendente. Secondo alcune rilevazione, a fine giugno il tasso sui mutui si è ulteriormente ribassato, attestandosi all’1,81% per quanto riguarda quello fisso e allo 0,79% per quanto concerne quello variabile.
Euribor ed Eurirs, parametri di riferimento di entrambi, mandano ancora segnali positivi per chi deve chiedere un mutuo: l’Eurirs a 20 anni segna l’1,46% e quello a 30 l’1,53% (a maggio erano 1,55% e 1,49%). Invece l’Euribor nel mese di giugno ha segnato il suo minimo storico, perdendo lo 0,37%. Un parametro visto però al rialzo a causa della previsione sulla crescita inflazionistica nell’eurozona.
Sono aumentate le surroghe nel secondo trimestre 2018 (50,6% rispetto al 46,9% del primo trimestre); in calo invece sono gli acquisti prima casa (39,7% contro il precedente 42,5%).
Quasi alla pari viaggiano le erogazioni delle due surroghe e dell’acquisto prima casa. Chi richiede per la prima volta un mutuo o sostituisce quello già in essere, 8 volte su dieci opta per il tasso fisso: la domanda è dell’82,5%, le concessioni un valore leggermente più alto (84,4%). In questo ambiente molto favorevole, le banche stanno ottenendo tantissimi fidelizzazioni nei confronti dei clienti. Difficilmente il prossimo futuro sarà così roseo.