Olete, il villaggio spagnolo salvato dagli ulivi

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L’economia non è solo indici, PIL, inflazione, deflazione, debito pubblico o grandi realtà industriali. E’ fatta anche di piccole cose, spesso dimenticate o passate inosservate. Basti pensare ad Oliete, località locata nel nord-est della Spagna. Territorio anticamente vocato alla coltivazione degli ulivi, è stato salvato da un sistema di padrinato.

Nella zona sono rimaste poche centinaia di persone. La stragrande maggioranza ha preferito spostarsi nelle grandi città. Così, come tanti borghi sparsi nel cuore del Mediterraneo, Olete rischia l’oblio. Il paesino si trova nella provincia di Teruel, scarsamente abitata. L’aridità della zona rischia di compromettere l’integrità di 100.000 ulivi.

Per fortuna, persone di buona volontà hanno fatto in modo che gli alberi non venissero abbandonati al loro triste destino. Grazie all’iniziativa “Apadrina un olivo” (adotta un ulivo), con 50 euro è possibile prendersi cura degli ulivi anche a distanza. Ad ogni albero viene assegnato un nome e, tramite un’app, i padrini possono osservare gli ulivi mentre vengono curati. A loro, ogni anno, sono destinati due litri di olio.

Ma da chi nasce questa idea? Da due ingegneri originari di Oliete: Alberto Alfonso e Sira Plana. Anche se ormai si erano trasferiti in città per motivi lavorativi, erano stanchi di vedere il proprio paesino morire lentamente. Così hanno dato vita a questa associazione senza scopo di lucro per ridare vigore alla zona e riportare un po’ di economia nel territorio a loro caro.

Detto, fatto. L’amministrazione comunale si è prodigata ad acquistare un frantoio. Inoltre, è anche nata una piccola fabbrica di olio. Le adesione all’iniziativa Apadrina un olivo è in costante aumento. Le richieste arrivano da tutta Europa. Insomma, in una piccola zona abbandonata sta ripartendo la vita.

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