La visione sulle prospettive economiche in Europa è da tempo offuscata a causa della palese debolezza di Francia e Germania. Tuttavia, restano vive le speranze che il punto più basso sia stato già raggiunto. I responsabili degli acquisti della zona euro hanno parlato di una crescita dello 0,2% nell’ultimo trimestre, in linea con quanto accaduto nei tre mesi precedenti.
Sicuramente cifre ben lontane dagli standard degli ultimi anni. Il rendimento dei bun decennali tedeschi è sceso al di sotto dello zero per la prima volta dal 2016. Sulla stessa scia i rendimenti sul debito francese, spagnolo e italiano, tutti in diminuzione. Anche l’euro è sceso dello 0,6%.
La debolezza economica ha origini esterne, con gli ordini di esportazione, in modo particolare nel settore manifatturiero, sotto pressione. Vanno aggiunte al quadro generale le tensioni commerciali, i dazi e la crescita globale più debole. La Germania, economia principe fino a qualche tempo fa in Europa, ha patito più di tutte queste accadimenti. Anche il Giappone, dipendente economicamente dalle esportazioni, ha riportato una contrazione nel settore manifatturiero.
Ma le incertezze non sono certe finite. C’è in ballo la Brexit, allo stato attuale senza accordo, il diesel-gate nel settore automobilistico tedesco e l’inevitabile rallentamento dell’economica cinese.
La Banca centrale europea ha già reagito al deterioramento della situazione tagliando le sue previsioni, prolungando la politica dei tassi di interesse a zero e offrendo nuovi prestiti a basso costo alle banche. Per fortuna la disoccupazione europea più bassa, i salari in crescita e le condizioni di finanziamento vantaggiose stanno aiutando la domanda interna.