Sanzioni lavoro in nero: dopo il caso che si è verificato negli ultimi giorni in un’azienda di Cerate, scoperta dalla Guardia di Finanza che ha individuato la presenza di contratto di lavoro in nero e di compensi straordinari percepiti senza regolare registrazione sul libretto del lavoro, vale la pena sottolineare quali sono le sanzioni e le multe a cui vanno incontro le imprese e i datori di lavoro che decidono di costruire strada dritta al lavoro sommerso.
Il lavoro sommerso, noto anche come lavoro in nero, è uno dei programmi da contrastare secondo il governo Renzi che ha individuato alcune opportunità per contrastare la presenza di lavoratori in nero, i quali non solo non percepiscono le giuste tutele perché non regolarmente registrati e contrattualizzati, ma fanno un danno anche alle casse comunali in quanto ottengono delle agevolazioni fiscali che non gli spetterebbero di diritto.
Ma chi rischia di più sono soprattutto le imprese e i datori di lavoro che rendono possibile il lavoro sommerso: secondo quanto emerge nella Circolare 129/2016, sono previste sanzioni civili del 30% ma sempre nel limite del 60% dell’importo dei contributi o premi complessivamente dovuti entro la scadenza di legge. È importante, quindi, non solo perché ciò rappresenta reato ma anche per un motivo etico, pagare le tasse e registrare regolarmente i propri operai.