EGO International: il presente e il futuro dell’export

La ripresa dell’economia lombarda e italiana passa anche dall’export, un trend chiaro che si evince dai dati in nostro possesso: a Gennaio si è infatti concluso un anno da record, nel quale l’incremento percentuale delle vendite all’estero ha superato quello già del tutto soddisfacente del periodo precedente: +3,2% contro il +3,1 dell’anno precedente, per un totale di ben 480 miliardi di euro, grazie anche ai metalli di base e ai prodotti in metallo provenienti dalla nostra Regione.

Si tratta di un ottimo segnale, confermato dalle opinioni delle aziende specializzate nel settore export: la fiducia nelle vendite all’estero è infatti avallata dalle recensioni condivise da EGO International, compagnia di Rimini attiva nella consulenza per l’internazionalizzazione.

Le opinioni apparse sul blog di EGOInternational ci mostrano uno spaccato interessante: scopriamo intanto che a essere particolarmente proficua è la vendita all’estero di prodotti delle nostre isole maggiori, che si contraddistinguono per una forte connotazione regionale delle merci, agroalimentari e non solo.

presente e futuro dell’exportQuesto specifico dato contrasta l’opinione comune secondo cui per vendere all’estero occorre essere una grande e strutturata realtà aziendale: Sicilia e Sardegna affidano buona parte del proprio export a piccole imprese ben radicate nel territorio, capaci di valorizzarne le peculiarità culturali.

Per lo stesso motivo, diverse recensioni ci segnalano che tra i prodotti trainanti dell’export nazionale troviamo l’enologia lombarda, grazie a etichette che hanno saputo internazionalizzare i sapori di terroir come l’Oltrepò pavese e la Franciacorta.

Recensioni focalizzate sul mercato di destinazione, come ricorda EGO International, ci dicono che i buyers del nostro export appartengono prevalentemente al mercato europeo e a quello statunitense. Anche questo punto stimola più di un ragionamento. Intanto, dimostra che una vincente strategia di export si basa su un lungo processo che si sedimenta nel tempo: occorre conoscere con precisione i movimenti della domanda nel Paese in cui si esporta, la tipologia di compratori e la legislazione in materia di import.

Per quanto riguarda le zone in cui l’internazionalizzazione del Made in Italy è ancora piuttosto debole, ossia il Giappone, l’India e gli altri paesi dell’Estremo Oriente, recensioni e opinioni invitano a concentrarsi su due aspetti che in un futuro prossimo potrebbero rivelarsi fondamentali per consolidare le nostre esportazioni a livello planetario: studiare a fondo i nuovi mercati di riferimento e puntare sulla digitalizzazione.

Nel primo caso, per conoscere realtà tradizionalmente molto lontane da noi, istituire proficui dialoghi commerciali e individuare i buyers più adatti, è fondamentale rivolgersi ai servizi di consulenza offerti dagli export manager, come quelli di EGO International, sul cui sito ufficiale si trovano illustrati i servizi disponibili e una serie di interessanti recensioni e opinioni sull’universo della vendita all’estero. Seconda questione ineludibile, la digitalizzazione: per penetrare nuovi mercati, specie in paesi lontani, è inevitabile un massiccio impiego di procedure di digitalizzazione, anzi di un vero e proprio piano di digital export per ripensare i prodotti nell’ottica della vendita all’estero, come spiegato da EGOInternational.

Per concludere: il Made in Italy nel mondo è un consolidato asset della nostra economia. Ora è il momento di osare ancora di più e affacciarci su scenari fin qui inesplorati.

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